SIAMO LA GENERAZIONE INCERTA CHE NON SA COSA STA FACENDO. LA DIFFERENZA È CHE NOI LO AMMETTIAMO.
- Valentina Bonin
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Siamo cresciuti dentro l’idea che diventare adulti significasse imparare a controllare tutto: il lavoro, le emozioni, il futuro. Ci hanno detto che la stabilità sarebbe arrivata come un premio, un punto di arrivo, una promessa mantenuta. Poi siamo entrati davvero nella vita, e ci siamo accorti che nessuno, neanche chi finge sicurezza, ha capito cosa sta facendo.
La nostra generazione vive in bilico. Non per scelta, ma per necessità.Non abbiamo un manuale, non abbiamo una rotta chiara, non abbiamo nemmeno il tempo di fermarci a capire se stiamo andando nella direzione giusta.
Ogni passo è una scommessa. Ogni errore, un capitolo inevitabile. E ogni incertezza, un modo nuovo di imparare a restare in piedi.
Siamo cresciuti nel mito della competenza come identità: “sapere cosa fare” doveva definirci. Ma noi no. Noi sappiamo abitare anche l’imprecisione, il dubbio, la paura. Sappiamo che nessuna vita si costruisce con un solo tentativo. Sappiamo che cadere non significa fallire: significa cambiare forma mentre tocchiamo terra.

Ci costruiamo mentre cadiamo, ed è esattamente questo il punto.Non siamo una generazione perduta, confusa, o inconsistente. Siamo una generazione in costruzione costante. Ogni decisione che rimandiamo, ogni strada che cambiamo all’ultimo, ogni volta che diciamo “non lo so” diventa un mattone nuovo della persona che stiamo diventando.
La verità fragile della nostra generazione incerta
La verità è che non abbiamo paura di non avere risposte. Abbiamo paura delle risposte sbagliate imposte da altri. Per questo il nostro futuro non è un percorso lineare: è una geografia emotiva fatta di tracce, deviazioni, punti che un giorno forse avranno senso e oggi ci sembrano solo tentativi.
Viviamo nel provvisorio e, allo stesso tempo, ne facciamo la nostra forza. Siamo quelli che cambiano lavoro, città, identità professionale; quelli che si reinventano quando la vita non fa sconti; quelli che imparano a respirare sotto pressione perché nessuno ci ha preparato al peso degli anni venti, trenta, quaranta.
Forse il futuro non è qualcosa che si raggiunge. Forse il futuro è ciò che accade quando smettiamo di fingere che sappiamo già chi saremo.
Nessuno sa cosa sta facendo. La differenza è che noi lo ammettiamo. E forse è proprio da qui che si comincia davvero.

