DAVID GUETTA — MONOLITH TOUR, MILANO 2026
- Valentina Bonin

- 28 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Alcune notti non si limitano a riempire una città: la riscrivono.
E il 6 settembre 2026, Milano potrebbe diventare una di quelle notti.
All’Ippodromo SNAI San Siro arriva l’unica data italiana del Monolith Tour di David Guetta, il DJ più esportato del mondo, capace di incendiare continenti interi: tre Stade de France sold out, l’opening del Gran Premio di Formula 1 a Silverstone, una scia di eventi che non somigliano a performance, ma a detonazioni collettive.
Milano è una città che respira corto.
Che corre, che strattona, che tiene tutto insieme con le unghie e con la caffeina.
Ed è forse per questo che notti così diventano valvole: aperture improvvise, momenti in cui il presente allenta la presa e lascia spazio a un’unica cosa, il volume.
Guetta non porta solo uno show. Porta una pressione sonora che diventa linguaggio.
Un modo di buttare fuori tutto ciò che non ha voce, tutto ciò che teniamo sotto pelle.
La sua musica spinge, trascina, travolge. Non consola. Non accompagna.
Spacca. Pulsando. Sempre un po’ più di noi.
E mentre il Monolith Tour avvolge le città del mondo con scenografie monumentali e drop che sembrano terremoti controllati, il punto non è l’EDM: è quello che ci succede quando la luce stacca, il bass scende e il corpo risponde prima della mente.
In un’epoca che pretende lucidità mentre ci frantuma, le folle che perdono il controllo diventano un atto di sincerità. Un momento autentico in mezzo a un tempo che vive di filtri e misure. Forse non siamo fatti per reggere tutto. Forse nessuno lo è.
Ma certe notti ci ricordano almeno questo: che possiamo reggere noi stessi, insieme, nel rumore. Davvero. Il resto — è solo rumore.

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