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LA FRAGILITÀ COME COMPETENZA CREATIVA E GENERAZIONALE.

  • Immagine del redattore: Valentina Bonin
    Valentina Bonin
  • 20 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Ci hanno insegnato a essere solidi. A non incrinarci. A reggere sempre.


Ci hanno detto che la forza è continuità, controllo, durezza. Che fermarsi è fallire. Che crollare significa perdere valore. Ma qualcosa, negli ultimi anni, si è spezzato. E non solo intorno a noi.


Si è spezzato dentro.

Viviamo in uno stato di esposizione costante: emotiva, creativa, lavorativa. Ci viene chiesto di funzionare anche quando siamo vuoti. Di essere lucidi mentre siamo esausti. Di restare coerenti mentre stiamo cambiando pelle.


In questo scenario, la fragilità non è una debolezza. È una competenza.


sadness

Crollare non è fallire

Crollare significa perdere forma.E perdere forma significa diventare disponibili al cambiamento.


La fragilità è il momento in cui smettiamo di sostenere una narrazione che non ci rappresenta più. È lo spazio in cui le certezze saltano e, proprio per questo, lasciano entrare qualcosa di nuovo.


La creatività non nasce dalla durezza. Nasce dalle crepe.

Ogni linguaggio necessario nasce da una frattura: personale, emotiva, identitaria. Non dall’equilibrio, ma dallo squilibrio.


La vulnerabilità come linguaggio


Essere vulnerabili non significa essere deboli.Significa non censurare ciò che siamo quando smettiamo di funzionare.

La vulnerabilità è lasciare visibile l’errore. È non rifinire tutto per paura di non piacere. È stare nel dubbio senza trasformarlo subito in risposta.

Nel lavoro creativo, questo produce opere imperfette ma vive. Progetti che non rassicurano, ma risuonano. Narrazioni che non spiegano tutto, ma lasciano spazio.

La fragilità diventa competenza quando impariamo a non correggerla via.



Rinascere non è tornare come prima


Rinascere non significa recuperare la versione precedente di noi stessi.Significa accettare che qualcosa è cambiato per sempre.


Ogni crollo ci toglie un’armatura. Ogni rinascita ci restituisce un corpo più sensibile. Più esposto, sì. Ma anche più vero. La forza non è non rompersi mai.


La forza è sapere cosa fare dopo essersi rotti.


Una nuova grammatica della forza


Forse è il momento di riscrivere cosa intendiamo per forza.

Forza è fermarsi.Forza è dire “non ce la faccio”.Forza è cambiare idea.Forza è ricominciare senza aver capito tutto.


In una cultura che premia la durezza, la fragilità è un atto radicale. In un sistema che chiede performance, la vulnerabilità è resistenza.


Non siamo forti perché resistiamo.Siamo forti perché crolliamo — e poi scegliamo come rinascere.

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