SILVIA BRINDISI E LE SUE STORIE: SCRIVERE PER ASCOLTARE IL MONDO
- Valentina Bonin

- 26 nov
- Tempo di lettura: 2 min
La scrittura, per Silvia Brindisi, nasce come un’urgenza semplice e radicale: comunicare, raccontare, trasformare ciò che osserva in emozioni che restano. Non cerca temi predefiniti: preferisce lasciarsi guidare dalla realtà, dagli incontri, dai dettagli che sfioriamo senza accorgercene. Scrive la sera, con la musica, quando il rumore del mondo finalmente si abbassa.
Il suo primo libro, Amicizie magiche (2015), raccoglie otto favole illustrate che ruotano attorno a ciò che ci tiene umani: condivisione, cura, amicizia. Nel 2016 pubblica Chi parla poco ha gli occhi che fanno rumore, ambientato a Roma: una storia nata dall’osservazione diretta dei senza fissa dimora, e dalla convinzione che “un incontro casuale può davvero cambiare la vita”. Una frase che per Silvia non è letteratura, ma esperienza.
La voce dietro le pagine
Cosa ti ha spinta a iniziare a scrivere e quali temi senti più vicini alla tua identità come autrice?
“Mi ha spinto la voglia di comunicare e raccontare storie ed emozioni, sperando di suscitare curiosità e riflessione nei lettori. Non ho temi predefiniti: prendo spunto da ciò che ci circonda e cerco sempre di non essere banale.”
Nel tuo secondo libro parli di incontri che cambiano la vita: nasce da un’esperienza personale o da osservazioni quotidiane?
“La storia nasce da tante osservazioni e riflessioni che ho fatto girando per la città e vedendo la realtà dei senza fissa dimora. Credo davvero che nulla capiti per caso: a me è successo che un incontro mi cambiasse la vita.”
Come immagini il futuro della tua scrittura? Hai già in mente nuovi progetti?
“Ho qualche progetto già iniziato. Per scaramanzia non dico nulla, ma spero di pubblicarlo. Meglio provarci che restare con il rimorso.”
Silvia Brindisi - Uno sguardo finale
Una scrittura che nasce dalla città, dalle persone invisibili, dai piccoli movimenti del quotidiano.Una voce che cresce tra osservazione e intuizione. Una storia che continua.











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