top of page

"Sophie Auster - Milk for Ulcers": poesia cruda per tempi che anestetizzano

  • Immagine del redattore: Valentina Bonin
    Valentina Bonin
  • 30 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 6 lug

Nel bel mezzo di un’era fatta di scroll, algoritmi e emozioni filtrate, Sophie Auster fa il contrario: mette tutto a nudo. Milk for Ulcers non è un semplice album, è una scorticatura. Di quelle che non chiedono permesso, non cercano di essere gradevoli, ma vere. Nate nel dolore e nella rinascita.


Tra la morte del fratello, della nipote e poi del padre, e la scoperta di una nuova vita dentro di sé, Sophie ha vissuto l’intero spettro dell’esistenza nel giro di pochi mesi.Ha partorito suo figlio Miles il 1° gennaio 2024, e ha detto addio a Paul Auster, suo padre, quattro mesi dopo.


Nel mezzo, ha registrato il disco più vulnerabile e feroce della sua carriera


“Questo è l’album più intimo e crudo che abbia mai realizzato”, dice. E non c’è da stupirsi: Milk for Ulcers è un viaggio viscerale tra rabbia, lutto, amore e maternità. Un disco che riflette una domanda antica e senza risposte: come si curano le ferite, quando sembrano incurabili?


Il titolo stesso è una metafora. Un rimedio della nonna che sembra funzionare ma forse peggiora le cose. Come certe parole dette per confortare, certi silenzi troppo lunghi."È come mettere burro su una bruciatura", dice lei. Un gesto d’affetto che brucia.




L’ultima traccia, Blue Team, è una lettera sonora al padre. Sophie l’ha scritta a tempo triplo per permettergli di ascoltarla prima di andarsene. Ci è riuscita.


Ma dietro la tragedia, non c’è solo dolore. C’è anche il desiderio ostinato di trovare un senso. Di condividerlo. Di dire: anche io sento così. La Auster lo fa con voce chiara e testi che non cercano effetti speciali, ma effetti reali. E in un mondo dove la concentrazione dura trenta secondi, lei costruisce canzoni che ti abitano.


Sophie Auster - Una voce che viene da lontano

Nata tra le parole. Figlia degli scrittori Paul Auster e Siri Hustvedt, cresce in una casa piena di artisti, storie, musica. Inizia a cantare a otto anni, e a soli sedici pubblica il suo primo album, notato dalla critica europea e distribuito in Francia da Naïve Records.

Dal 2019 firma con BMG, pubblica l’album Next Time e il brano Mexico entra nella colonna sonora di The Jesus Rolls, diretto da John Turturro. Sophie è una cantautrice, sì, ma anche una performer magnetica: ha cantato per Chanel, Dior, Ferragamo, ricevendo premi internazionali tra cui il John Lennon Songwriting Award e il riconoscimento di Singer of the Year da Cosmopolitan Spagna.

Sophie Auster milk for ulcers

Perché parlarne ora?

Perché Milk for Ulcers è più di un disco. È un atto di resistenza emotiva.

In un presente che fabbrica solitudine, Sophie Auster si ostina a cercare connessione. Non con slogan, non con pose, ma con una sincerità che spiazza.

E chi riesce a farlo, oggi, merita spazio.


Ascolta Milk for Ulcers su tutte le piattaforme. Scopri altri talenti su czmosmag.com nella rubrica Next-Up.



Commenti


bottom of page